13 Gen Storie che ci insegnano cosa vuol dire Comunità
Qualche settimana fa accade che un nostro concittadino, Gilberto Tasini, si rivolge a me e mi scrive che vorrebbe, a proprie spese: abbellire, curare e mantenere l’aiuola presente nel nuovo campo del nostro Cimitero.
Io ho condiviso con l’ufficio tecnico modalità e condizioni del lavoro e poi gli ho scritto: “Sì, Grazie!”, e oggi sono andato a ringraziarlo di persona, proprio mentre stava realizzando il lavoro.
Ci sono andato insieme a Franco Cavicchi (suo cugino – ndr) e Bruno Buttieri, perché sono altre due persone che, come volontari AUSER, dedicano il loro tempo e il loro impegno a curare il cimitero: facendo del loro meglio per aiutare il Comune a tenerlo pulito e ordinato.
Ecco, volevo raccontarvi che a Pieve esistono persone così, persone che dimostrano con gesti concreti cosa voglia dire, nella vita vera, essere parte di una Comunità. Cosa possa significare avere a cuore il proprio paese e prendersi cura di ciò che è di tutti, facendo la propria parte con generosità.
Sono anche storie come questa che mi fanno capire di vivere in un paese speciale.
E per continuare a far essere Pieve un paese speciale dobbiamo far sì che storie come questa siano “contagiose”: per aiutarci a sconfiggere le insidie di chi vuole farci credere che “Ognuno debba pensare a sè stesso” e che a sistemare e curare il bene di tutti ci debba sempre pensare “qualcun altro”.
PS: Gilberto mi ha spiegato che a primavera e per tutta estate l’aiuola si colorerà di un bellissimo lilla