04 Set Le Scuole
“Se mi permettete desidero rivolgervi un sincero e forte abbraccio. E’ questo infatti lo spirito con cui sento sia giusto vivere questa giornata: uniti in un abbraccio collettivo, come l’abbraccio in cui si stringe una squadra quando raggiunge un obiettivo o un risultato tanto ambito, un bell’abbraccio come quelli a cui il covid ci ha temporaneamente costretto a rinunciare.
Oggi è certamente una giornata storica per Pieve ma penso che sia una giornata straordinariamente importante per tutto il nostro territorio: per la nostra Unione, per i comuni a noi vicino, per la Città metropolitana e per la nostra Regione.
Oggi ci dobbiamo e ci possiamo abbracciare perché tutti insieme possiamo dire che: ce l’abbiamo fatta!
Con questo spirito di profonda soddisfazione collettiva, saluto con emozione il Presidente della nostra Regione Stefano Bonaccini, il suo sottosegretario Davide Baruffi, il suo assessore Mauro Felicori.
Saluto il sindaco della Città metropolitana e della città di Bologna, Virginio Merola e saluto il nostro cardinale Matteo Maria Zuppi, che so aver spostato un importante impegno per poter accogliere il mio invito: Sua Eminenza le sono profondamente grato per questo.
Saluto il presidente della fondazione Carisbo prof. Carlo Cipolli.
Saluto il presidente della nostra Unione Claudio Pezzoli, la Sindaca delegata alla cultura e turismo, Belinda Gottardi e tutti i miei colleghi e colleghe sindaci e sindache dei comuni dell’Unione Reno Galliera.
Saluto il Maggiore dei Carabinieri Ciro Imperato, il comandante della nostra stazione, Luogotenente Morittu e il Comandante della nostra polizia locale Massimiliano Galloni.
Saluto l’on. Francesco Critelli e l’on. Serse Soverini e saluto la responsabile della Segreteria tecnica del Ministero dell’Istruzione Francesca Puglisi.
Saluto la direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, prof.ssa Cristina Francucci e la Presidente della Fondazione CARICE, dott.ssa Raffaella Cavicchi.
Saluto tutti i dirigenti, funzionari e rappresentanti degli Enti, delle Aziende e delle Associazioni che in varie forme e modi hanno contribuito alla realizzazione di questo grande progetto o che hanno contribuito in passato, e certamente lo continueranno a fare in futuro, all’attività della nostra biblioteca e pinacoteca.
Saluto tutti voi, a nome mio e di tutta l’Amministrazione comunale di Pieve di Cento e, con il cuore, vi ringrazio di essere qui e vi ringrazio per quello che avete fatto e per quello che ancora potremo fare insieme.
Proprio ieri, dopo la triste pausa dell’anno scorso, è stata inaugurata la storica festa del nostro paese, la nostra Festa dei Giovani. Proprio in questi giorni la proloco di Pieve, guidata dal suo giovane presidente Francesco Taddia, e i nostri commercianti guidati dalla loro instancabile presidente, nonché consigliera comunale con delega al commercio, Barbara Campanini, stanno lavorando con energia e passione per allietare i pievesi e i nostri visitatori. Non è certamente un caso se proprio nel cuore della nostra Festa abbiamo fortemente voluto incastonare, come fosse un gioiello, questo momento.
Ciò che ci ha condotto fin qui è uno straordinario, faticoso ma entusiasmante lavoro di squadra.
Se siamo arrivati a questo risultato è innanzitutto grazie ad un passaggio di testimone fra amministratori che si sono susseguiti nei decenni e che hanno portato avanti un’idea, una visione chiara per il futuro di Pieve, fondata sul valore e la ricchezza della storia, dell’identità, dell’arte e della cultura di questo straordinario paese.
Grazie a questa ideale staffetta, oggi arriviamo ad inaugurare un a dir poco ambizioso progetto avviato dall’Amministrazione guidata dal mio predecessore, Sergio Maccagnani.
All’indomani del terremoto che ha colpito l’Emilia nel 2012, Sergio e la squadra da lui guidata hanno creduto che qui dovesse e potesse nascere la nuova Biblioteca e Pinacoteca di Pieve di Cento e dell’Unione Reno Galliera.
A Sergio Maccagnani penso che, anche per questo, dobbiamo rinnovare oggi una profonda riconoscenza, io per primo: io che ho avuto l’onore di essere prima un suo compagno di viaggio e poi il suo successore.
Grazie Sergio per aver preso sulle spalle un paese duramente colpito dal terremoto, per aver creduto che la ricostruzione dell’Emilia potesse restituire ai pievesi una Pieve più bella di prima, e che questo progetto avrebbe potuto e dovuto essere il simbolo di quella ricostruzione: il progetto perfetto per continuare a portare avanti quel testimone che tu avevi ricevuto nelle mani.
Noi in questi due anni e mezzo, abbiamo preso sulle spalle quel progetto, l’abbiamo portato avanti, lo abbiamo plasmato con tutta la cura, l’umiltà e al tempo stesso il coraggio di cui siamo capaci, abbiamo superato le difficoltà incontrate e lo abbiamo portato a termine e oggi inauguriamo “Le Scuole”.
Oggi 4 settembre 2021, riapriamo le porte ad un edificio enormemente caro a tutti i pievesi. Oggi ridiamo vita a quell’edificio che è stato la scuola per tanti di noi e che da oggi rivivrà, di un’altra vita, ma continuerà a essere un luogo e un’opportunità per apprendere, per conoscere e per sperimentare la bellezza. Un luogo accessibile a tutti, a servizio di tutti, che farà crescere noi e le future generazioni.
Ma se siamo arrivati fin qui lo dobbiamo innanzitutto alla nostra Regione che a questo progetto ha creduto fin dal primo momento, sostenendolo in ogni occasione in cui le è stato mostrato, sia nell’ambito della ricostruzione, che nell’ambito di altri bandi regionali, arrivando a contribuire per oltre il 40% dell’importo complessivo dei lavori, ovvero contribuendo con quasi 2 milioni e mezzo di euro rispetto ad un importo complessivo di circa 5.700.000 €.
Se siamo arrivati fin qui è perché questo progetto, per il suo grande valore culturale e artistico ha convinto anche la Fondazione Carisbo, che ci ha concesso un contributo di 500.000 €.
Ma questo progetto ha convinto anche la Fondazione CARICE convincendola a concedere un prestigioso prestito di opere sia di arte antica che di arte contemporanea. Così come ha convinto tante persone generose e illuminate, come i coniugi Alberghini, che hanno prestato o donato opere d’arte o preziosi libri di loro prorietà, oppure persone che hanno donato un importante contributo economico, come il dott. Mariano Baraldi.
Se siamo arrivati fino ad oggi è perché fino a ieri qui era un via vai di tantissime persone che si sono dedicate con professionalità e passione a questo cantiere: 3 anni in cui si sono avvicendate imprese e artigiani. Le principali sono certamente state CIAB, Biolchini, Visual, Leonardo e Crown, ma bisognerebbe avere il tempo per citare le tantissime imprese subappaltatrici.
Se siamo arrivati fin qui è perché c’è qualcuno che ha progettato e disegnato questo edificio e questo spazio pubblico: lo studio TASCA, autore del progetto dell’edificio, dell’allestimento e delle aree esterne e CHIALAB che ha ideato l’identità visiva e tutta la comunicazione e la grafica con cui il visitatore è accolto, guidato e coccolato.
Se siamo arrivati fin qui è grazie ad un gruppo di lavoro formato, oltre che dai progettisti, dal nostro consulente museale Massimo Negri, dal servizio cultura e dal servizio biblioteche della Reno Galliera. Un gruppo che ha attraversato un passaggio di amministrazione, che ha vissuto anche tre pensionamenti, ma che ha saputo guidare il progetto di allestimento fino ad oggi.
Se siamo arrivati fin qui è grazie ad alcune persone in particolare che non posso non nominare, non foss’altro perchè nelle ultime settimane hanno quasi vissuto in cantiere. Sono la attuale dirigente dell’ufficio Cultura dell’Unione Giorgia Govoni, la responsabile della nostra Biblioteca, Daniela Vecchi, Christian Diolaiti dello Studio TASCA e la responsabile dei lavori pubblici del Comune di Pieve, nonché Responsabile Unico di tutto il procedimento, Erika Bega. A loro e a tutti gli operai, i dirigenti, i funzionari, i consulenti, i tecnici dobbiamo davvero una grande riconoscenza e, credo, un grande applauso.
Ecco che pensando a tutte queste persone ritorno all’immagine di quel grande abbraccio collettivo e mi piace pensare che nel mezzo di questo abbraccio ci sia la persona che forse più di ogni altra avrebbe desiderato essere qui oggi, la persona che ha rappresentato la guida artistica e culturale di tutta questa avventura, ma più in generale la guida degli ultimi 40 anni di politiche culturali pievesi e non solo. Avete capito che nel mezzo di questo abbraccio mi piace pensare che ci sia il nostro Graziano Campanini.
Sono andato a trovarlo in ospedale qualche giorno prima che ci lasciasse: era già molto debole e parlava a fatica, ma parlava solo di questo progetto e con gli occhi ancora vispi mi disse di quanto era contento che fossimo riusciti a realizzare qui a Pieve un luogo in cui far provare un’emozione e un’esperienza simile a quella che prova chi entra al Louvre o in altri grandi musei o biblioteche europei. Graziano era felice soprattutto perché eravamo riusciti a offrire questa opportunità a persone che non hanno potuto o non potranno permettersi di andare in quei musei. So che state pensando che Graziano esagerasse, ma credetemi: quando entrerete in questo luogo capirete che anche questa volta Graziano non si sbagliava. Graziano ha incarnato il desiderio di rendere l’arte una ricchezza accessibile a tutti ed è stato fino all’ultimo respiro il primo sostenitore di questo progetto, nonché direttore artistico, dell’allestimento della Pinacoteca che da oggi tutti noi potremo ammirare.
L’ho detto il giorno in cui lo abbiamo salutato, lo ribadisco qui, oggi, con ancora più enfasi: questa nostra Pinacoteca porterà il nome di Graziano Campanini.
Oggi afferriamo con gratitudine e al tempo stesso con determinazione il testimone che Graziano e gli amministratori che ci hanno preceduto hanno portato per tanti anni, e continueremo a correre portando il testimone a chi verrà dopo di noi. Ma dobbiamo farlo tutti insieme. Solo se faremo vivere le “Le Scuole” come qualcosa di nostro, riusciremo ancora una volta a dimostrare come nelle fondamenta su cui costruire il futuro di una comunità, e da cui ripartire dopo ogni terremoto e dopo ogni pandemia, ci siano la conoscenza, la cultura, la bellezza offerte come patrimonio e diritto di tutti.”