02 Apr La Pinacoteca “Graziano Campanini”
Da oggi la Pinacoteca di Pieve di Cento è intitolata a Graziano Campanini.
Pubblico le parole che ho rivolto a chi era presente e ha vissuto questa intensa mattinata, lo faccio per rivolgerle a tutti i pievesi, a tutti gli amici di Graziano, a tutti gli amanti dell’arte e della cultura come Bene di tutti.
“Un caro saluto a tutti voi e BENRITROVATI. Ci ritroviamo infatti, dopo 7 mesi, davanti a questo straordinario edificio e in questo luogo a tutti noi tanto caro.
Il 4 settembre 2021 eravamo qui, insieme anche al presidente della nostra Regione, Stefano Bonaccini, per tagliare il nastro a quella che certamente resta e resterà per tanto tempo una delle imprese più ambiziose nella storia della nostra comunità.
Quello che inaugurammo 7 mesi fa e che abbiamo di fronte è uno degli edifici simbolo della ricostruzione di “Pieve più bella di prima” del terremoto del 2012.
Ma è certamente anche l’edificio e il luogo simbolo di quella ideale staffetta di cui parlai il 4 settembre: insieme al nostro centro storico con i suoi portici, le sue 4 porte e i suoi monumenti, insieme alle nostre chiese e ai nostri musei, insieme al nostro teatro, insieme al museo MAGI del Cav. Giulio Bargellini, questo edificio rappresenta infatti in maniera tangibile e “sperimentabile” la visione di Pieve di Cento come di una città di arte, cultura e turismo, come di una comunità innamorata della propria storia e della propria identità, come di un paese desideroso di mostrare la propria ricchezza ai suoi visitatori e di condividerla con il territorio e le comunità circostanti.
Una visione che è diventata realtà, che si è costruita e materializzata grazie, appunto, ad una staffetta non solo fra gli amministratori ma anche fra i tanti cittadini pievesi che negli ultimi decenni hanno animato la politica e la vita di questo nostro straordinario paese, contribuendo a rendere Pieve quella che è oggi: una perla incastonata nella bassa pianura bolognese e proiettata in un panorama metropolitano, regionale e nazionale.
Certamente, ce lo siamo già detti, quella staffetta non è finita il 4 settembre 2021 e non finisce nemmeno oggi: dobbiamo continuare a correre, tenendo saldamente il testimone e arrivando a consegnarlo a chi verrà dopo di noi.
Ma certamente quella staffetta ha vissuto nella realizzazione del progetto de Le Scuole un momento molto importante, potremmo proprio pensarlo come il fotogramma che immortala uno dei passaggi decisivi del testimone. Uno dei passaggi più determinanti e anche uno dei più carichi di emozione e di commozione.
Mi piace pensarci tutti inquadrati in una grande e bella foto che ci raffigura mentre riceviamo quel testimone dalle mani del nostro caro Graziano Campanini.
Lo dissi qui 7 mesi fa, lo dissi in occasione del partecipato e commosso funerale di Graziano, lo dissi quando abbiamo conferito a Dario in memoria dello zio Graziano il premio “Pozzo delle Catene”, ce lo siamo detti in tutti questi mesi: siamo pervasi dalla profonda consapevolezza che ciò che è diventata oggi Pieve di Cento da un punto di vista culturale e artistico lo dobbiamo in larghissima parte a Graziano Campanini.
Questa consapevolezza intrisa di gratitudine genera un tale senso di responsabilità che ci spinge ad afferrare quel testimone con mani tremanti.
Perché, di fronte alla portata della cultura e dell’operato di Graziano, siamo spinti a chiederci se saremmo in grado di portare avanti quel testimone.
Io penso che se ci siamo ritrovati qui oggi è innanzitutto per mantenere una promessa fatta in quei giorni di fine estate 2021, o meglio per compiere tutti insieme un gesto e una scelta quasi naturali: intitolare la Pinacoteca civica di Pieve di Cento alla persona che più di chiunque altro l’ha fatta nascere nel luogo in cui era, l’ha fatta crescere e l’ha pensata e immaginata qui, nel luogo in cui è oggi.
Ma se siamo qui oggi è anche per completare la foto di cui parlavo prima, quella che ci ritrae mentre prendiamo da Graziano il testimone, siamo qui per aiutarci reciprocamente e vicendevolmente a calmare il tremore delle mani, a trovare nella bellezza di questi primi sette mesi di vita de Le Scuole e nella ricchezza di cui siamo custodi, la convinzione che con le nostre gambe sapremo continuare la corsa.
Lo faremo con umiltà e con determinazione, incitati dagli insegnamenti di Graziano, dalla sua passione e dal suo smisurato amore per Pieve.
Siamo qui per dirci che ce la faremo.
Questa convinzione non è alimentata da superbia o incoscienza, ma è animata dalla constatazione di come e quanto il terreno su cui Graziano è cresciuto, e che ha a sua volta così abbondantemente seminato, sia un terreno ricco e fertile.
Questo lo dico perché su questo terreno sorgono solidi baluardi su cui possiamo fondare la nostra corsa, e uno di questi baluardi è certamente l’edificio che abbiamo di fronte.
Ma lo dico soprattutto perché abbiamo tutti potuto vedere come e quanto i semi gettati anche da Graziano abbiano generato frutti.
Innanzitutto nelle PERSONE che lo hanno conosciuto, che da lui hanno imparato e che a lui hanno voluto bene. In particolare in questi 7 mesi (ma era visibile già quando la malattia di Graziano peggiorava) ha iniziato a sgorgare un fiume di energia, di cura e di premurosa attenzione attraverso le persone che il Comune di Pieve e l’Unione Reno Galliera hanno la fortuna di avere o di avere avuto come collaboratori. Questo fiume dapprima ha consentito di portare a compimento l’opera che Graziano aveva guidato nei suoi ultimi anni di vita, e poi ha consentito di alimentare e far vivere quest’opera attraverso le tante iniziative che in questi mesi si sono susseguite all’interno de Le Scuole.
Ma questo fiume di energia e vitalità ha da subito coinvolto anche altri enti, associazioni e persone che in un qualche modo erano entrate in contatto con Graziano, arrivando in modo particolare a trascinare gli amici di Graziano che hanno dato vita quasi ad una corsa per ricordare il loro amico e maestro e per poter raccogliere nel modo migliore possibile la sua eredità. Da questa corsa è nata l’iniziativa che in poche settimane ha consentito di raccogliere la somma necessaria per acquistare e poi donare al Comune la statua opera di Nicola Zamboni.
Una statua che raffigura Graziano in maniera straordinariamente fedele, non solo nello sguardo ma anche in quella scanzonata ironia traboccante di raffinata cultura. Una statua che abbiamo voluto posizionare, lo vedrete, nel posto in cui sembra quasi nata per stare.
Poi quello stesso fiume straripante ha addirittura condotto alcuni amici di Graziano a fondare, in così poco tempo, un’associazione che porta il suo nome e che oggi presenterà a tutti noi le ragioni e gli obiettivi per cui è nata.
Ecco, vedere tutti questi frutti, nati in così poco tempo, ci deve riempire da un lato di consolazione e dall’altro di fiducia ed energia.
Graziano,
come avevamo promesso, da oggi la Pinacoteca di Pieve di Cento porta il tuo nome.
Sono certo che vedere il tuo nome e il tuo sguardo ogni volta che entreremo a Le Scuole ci aiuterà a tenere sempre accesa la gratitudine che Pieve ti deve, ma ci aiuterà anche a placare il tremore delle mani che stringono il testimone che ci hai lasciato e ci aiuterà a continuare a correre questa straordinaria “staffetta pievese”.