Inaugurazione della sala polivalente, del nuovo Skate Park e intitolazione del nuovo centro sportivo a “Francesco Cavicchi”.

Inaugurazione della sala polivalente, del nuovo Skate Park e intitolazione del nuovo centro sportivo a “Francesco Cavicchi”.

Questo è quello che ho detto nella bella giornata di oggi, dedicata all’inaugurazione della sala polivalente, del nuovo Skate Park e all’intitolazione del nuovo Centro Sportivo a “Francesco Cavicchi”, inaugurando anche la scultura a lui dedicata:
“Benvenuti care pievesi e cari pievesi.
Diamo insieme un caloroso benvenuto al Presidente della nostra Regione Stefano Bonaccini.
Grazie di cuore per essere tornato a Pieve.
Ti ho invitato perché era importante che tu venissi a vedere quello che di nuovo stiamo riuscendo a fare grazie al contributo della Regione da te guidata.
Era importante che tu tornassi per vedere da vicino, ancora una volta, cos’è Pieve, chi sono i pievesi.
Siamo un comune che si è rialzato dal sisma e sta continuando a diventare più bello di prima. Perchè siamo un Comune che non si ferma: abbiamo idee e progetti da realizzare e sappiamo unire le forze di tutta la comunità per realizzarli.
Grazie al contributo del sisma abbiamo costruito un nuovo skatepark e una nuova sala Polivalente a servizio del centro sportivo e di tutta la comunità.
E per farlo siamo riusciti a raggiungere un accordo con la Parrocchia che ha ceduto al Comune questa tensostruttura che è stata la nostra chiesa negli anni dopo il sisma.
Grazie al contributo della protezione civile regionale stiamo attrezzando questa sala per renderla anche area e centro di accoglienza della popolazione in caso di emergenza.
Ma quello che oggi puoi vedere è come questa nostra forza trovi nutrimento anche nella nostra storia. In questo caso la nostra storia sportiva e quella di un nostro grande campione: Francesco “Cesco” Cavicchi.
Insomma, Caro Stefano, qui, grazie all’aiuto della Regione, stiamo costruendo per la nostra gente ed in particolare per i nostri giovani un luogo dove crescere, dove sentirsi accolti e sicuri, in cui riconoscersi sempre di più parte di una comunità.
E lo stiamo facendo celebrando Cesco, cercando di consegnare la sua storia e il suo esempio ai nostri giovani.
E sai come ci siamo riusciti? Innanzitutto grazie ad una dedizione e professionalità quasi commoventi dei nostri ormai pochissimi dipendenti comunali.
Ci siamo riusciti grazie al fatto di aver trovato qui un direttore dei lavori, Fabrizio Campanini, e delle Imprese (Adriatica, FM, Mosca oltre ai vari subappaltatori), che ci hanno messo e ci stanno mettendo non solo impegno e competenza ma anche cuore per raggiungere l’obiettivo.
E poi ci siamo riusciti, carissimo Stefano, perché siamo amministratori perdutamente innamorati del nostro paese.
Nel caso del traguardo che festeggiamo oggi, in modo particolare lo skatepark e l’intitolazione del centro sportivo a Cesco, fatemi ringraziare il consigliere con delega allo sport, Vittorio Taddia, che è stato in prima linea nel portare avanti un percorso durato oltre 3 anni, pieno di ostacoli e salite che insieme abbiamo superato.
E la statua? Sai come ci siamo riusciti?
Solo grazie alla famiglia di Cesco, ovvero i figli Claudia e Sanzio, e a quei cittadini e imprese di Pieve che hanno interamente finanziato la realizzazione del busto in bronzo, realizzato dal pievese Bruno Bordin, e che abbiamo collocato alle porte del centro sportivo che da oggi porta il nome del nostro campione.
I loro nomi sono incisi nella targa che ad imperitura memoria ricorderà questo gesto di generosità:
Ecco, Stefano: questa è Pieve di Cento.
Siamo una comunità capace di grandi imprese, siamo una comunità capace di futuro.
Anche se siamo un piccolo Comune nella periferia metropolitana, anche se i comuni come il nostro sono sempre più in difficoltà a tenere in piedi un bilancio bloccato e asfittico. Anche se tale preoccupante difficoltà economica dei comuni si perde in un silenzio assordante della Politica nazionale, noi rivendichiamo il diritto di continuare a essere noi stessi, il diritto di avere qui i servizi e la bellezza che abbiamo e che ci meritiamo.
Grazie per essere qui, caro Presidente, perché ci fai sentire meno soli e ci dai la forza di continuare a costruire qui il nostro futuro.”