29 Mag Dieci anni dal sisma
Dieci anni fa, quasi a quest’ora di questo stesso giorno, una nuova forte scossa di terremoto colpì la nostra Emilia, e colpì duramente anche la nostra Pieve di Cento.
Quella mattina crollò rovinosamente la cupola della nostra Collegiata Santa Maria Maggiore. Se quel giorno fosse stato, come oggi, una Domenica, sarebbe stata una tragedia di vite umane.
Quella mattina il terrore assalì le maestre, i loro alunni e i genitori di quei bambini che si trovavano dentro alla nostra scuola elementare. Per fortuna crollarono solo parti dei soffitti e per la bravura delle nostre maestre, il panico non prese il sopravvento, e tutti i nostri bimbi uscirono con ordine e illesi.
Da quella mattina le case di tante nostre famiglie furono rese inagibili costringendo quelle famiglie a vivere per mesi o anche per anni sotto un altro tetto.
Oltre alla Collegiata, tutte le nostre chiese e praticamente tutti i nostri monumenti subirono enormi danni, facendoci vivere quel giorno, e quelli successivi, il terrore che tutto fosse perduto: tutta la nostra storia, tutta la nostra ricchezza culturale e artistica. Per fortuna nessun pievese perse la vita, ma certamente quel giorno la vita di tutti i pievesi, come quella di tutti gli Emiliani, crollò insieme alla cupola della nostra Chiesa.
Oggi, dopo dieci anni, siamo qui.
Siamo qui insieme al Presidente della nostra Regione nonché commissario straordinario della ricostruzione Stefano Bonaccini e insieme alla nostra assessora regionale alla protezione civile Irene Priolo. Siamo qui insieme al nostro sindaco metropolitano Matteo Lepore, al Presidente della nostra Unione Alessandro Erriquez, alle altre mie colleghe sindache e colleghi sindaci dell’Unione Reno Galliera e al sindaco di Cento Edoardo Accorsi.
Sono qui con noi: la Senatrice Montevecchi, la Viceprefetto Serena Botta, il vicequestore Gabriella Panarace, il Colonnello Nicola Perrone Capo di Stato Maggiore del Comando militare dell’esercito Emilia Romagna ed il sottoufficiale di corpo Luogotenente Raffaele Marinacci, il Colonnello Federico Collina Comandante del 2° reggimento Genio Pontieri di Piacenza e il sottoufficiale di corpo Luogotenente Agostino Puleo, il Tenente Colonnello Vincenzo Carbone, Vicecomandante del Reggimento Genio Ferrovieri di Castel Maggiore e il sottoufficiale di corpo Luogotenente Francesco Santoro, la Comandante dei Vigili del Fuoco di Bologna, ing, Natalia Restuccia e una delegazione dei Vigili del Fuoco volontari del distaccamento di San Pietro in Casale. nSiamo qui insieme al nostro Comandante della Stazione dei Carabinieri, Luogotenente Gesuino Morittu, al comandante della nostra Polizia Locale Reno Galliera Massimiliano Galloni, ai volontari dell’Associazione Nazionale Alpini della sezione bolognese e del gruppo di Cento.
A tutte queste persone rivolgo un caloroso saluto da parte mia e dell’intera comunità pievese e vi ringrazio di cuore per aver accettato il nostro invito. E saluto tutti voi che partecipate a questa mattinata così importante.
Ma perché siamo qui?
Innanzitutto perché è nostro dovere ricordare anche oggi le 28 vittime che il terribile terremoto del 20 e 29 maggio 2012 causò alla comunità Emiliana, donne e uomini che vivevano in comuni a noi vicinissimo. Siamo qui per ricordare quei giorni, per FARE MEMORIA di quanto accadde allora. Siamo qui per ammirare quanto siamo riusciti a fare noi Emiliani e noi Pievesi in questi dieci anni.
Ma credo che il motivo principale per cui siamo qui è concentrato in una parola che vogliamo pronunciare con il cuore qui e oggi tutti insieme: GRAZIE!
Sì, siamo qui principalmente per dire GRAZIE a tutti coloro che hanno consentito a Pieve di rialzarsi da quel crollo fisico e morale e di diventare Più Bella di Prima.
Siamo qui per dire Grazie a Giulio Bargellini che accolse e tenne al riparo nel suo Museo MAGI le opere della nostra collegiata. Siamo qui per ringraziare coloro che personalmente o con la propria azienda decisero di aiutare economicamente la nostra comunità nei terribili giorni e mesi che seguirono quel 29 maggio 2012. Alcuni di loro sono riusciti ad essere qui con noi come Alberto Cavicchi, il gruppo podistico de i Cagnon, la Partecipanza Agraria, ma davvero vogliamo ringraziarli tutti, anche chi non è riuscito ad essere qui oggi e anche chi purtroppo oggi non è più fra noi.
Oggi siamo qui per dire GRAZIE a coloro che contribuirono a realizzare e a donarci la meraviglia che è alle mie spalle, ovvero Confindustria, CGIL, CISL, UIL e Confservizi. Saluto in particolare i qui presenti Vice direttore di Confindustria Emilia Romagna Rusconi e il direttore di allora Mario Agnoli.
A loro e a tutti voi dico che ci stiamo prendendo cura di questa meravigliosa Casa della Musica, stiamo impiegando tutte le nostre forze per proteggerla, conservarla e renderla sempre più viva. Proprio ieri abbiamo completato i lavori che hanno protetto il legno esterno e hanno realizzato la nuova panca perimetrale. Inoltre, d’accordo con i suoi utilizzatori, ovvero la Scuola e il Circolo pievese di musica moderna, in questi giorni all’interno di una delle aule grazie anche ad un contributo della Regione Emilia-Romagna abbiamo terminato anche i lavori di allestimento di una attrezzata e moderna SALA PROVE per i gruppi musicali del territorio, che a partire dai prossimi giorni potranno riempire con la loro musica questo luogo che è nato proprio per questo scopo.
Ma oggi siamo qui per dire Grazie alla Regione Emilia-Romagna guidata prima da Vasco Errani e poi da Stefano Bonaccini.
Siamo qui per dire ancora una volta Grazie a chi guidò in quel momento la nostra comunità, e con determinazione impostò, avviò e condusse per 7 anni la Ricostruzione di Pieve: ovvero il mio predecessore Sergio Maccagnani.
Ho avuto l’onore di essere al suo fianco in quegli anni come assessore ai lavori pubblici e ho avuto l’onore ancora più grande di ricevere da lui il testimone e di portarlo avanti in questi ultimi 3 anni insieme alla mia straordinaria squadra.
MEMORIA e GRATITUDINE sono quindi le parole cardine su cui ruota la mattinata di oggi. Sono le due parole che ci hanno ispirato e spronato a realizzare questa giornata e le tante altre iniziative attraverso cui, vogliamo celebrare anche a Pieve di Cento il decennale del sisma.
Volevamo fare le cose “fatte per bene” e volevamo fare le cose insieme alla nostra Comunità, ed è per questo che abbiamo chiesto aiuto a imprenditori, aziende e istituti pievesi. Come sempre la risposta è stata quasi commovente. E se possiamo vivere le giornate che abbiamo preparato per voi, lo dobbiamo in particolare ad HP–Hydraulic del gruppo Bondioli e Pavesi, all’Azienda Alessandro Giberti e alla nostra Partecipanza Agraria che hanno sono gli sponsor principali, ma lo dobbiamo anche all’altrettanto fondamentale e generoso aiuto di: Banca Centro Emilia, Eurotarget di Stefano Chierici, La Cooperativa La Città Verde, SAGO Medica e la nostra CONAD. A loro va la riconoscenza di tutta la nostra comunità e a loro va un grande, meritano e forte applauso.
Ma MEMORIA e GRATITUDINE non devono e non possono essere le sole ragioni che ci spingono ad essere qui.
Perché vogliamo volgere il nostro sguardo anche al futuro. Vogliamo raccogliere l’energia che ci serve per completare l’opera della ricostruzione. Da questo punto di vista è per me significativo e importantissimo che proprio in questi giorni il cantiere per la ricostruzione della nostra chiesa dei santi Rocco e Sebastiano stia entrando nel vivo, dopodomani sarà posiziona la gru, e che il cantiere per la ricostruzione e rifunzionalizzazione della ex chiesa degli Scolopi partirà entro il prossimo anno.
Ma il senso del nostro essere qui in tanti, oggi, credo che stia anche nel bisogno, nella consapevolezza e nella volontà che oltre a ricostruire il nostro paese dobbiamo e vogliamo prendercene cura, gestendo e valorizzando le meraviglie che siamo riusciti a realizzare e continuando a immaginare nuovi progetti e nuove azioni, materiali e immateriali, che possano accompagnare la nostra comunità a costruire un futuro sempre migliore, nonostante tutto quello che è accaduto e sta accadendo nel mondo in questi 10 anni e in questi giorni.
Che piacere per noi pievesi è stato ascoltare e leggere dalla tua voce, Presidente, la citazione che hai fatto del nostro caro Roberto Roversi che tanto amava Pieve di Cento e a cui Pieve di Cento tanto deve. Mi riferisco al tuo aver citato quel “Alzando da terra il sole” che diventò il titolo di un libro scritto da tanti autori per sostenere la ricostruzione e attraverso cui Roversi, poco prima di morire, aveva con la sua poesia dipinto ciò che doveva fare e ciò che l’Emilia ha fatto: alzare da terra quel sole caduto dieci anni fa. Io penso che il senso del nostro essere qui stia proprio in quel sole che siamo riusciti a rimettere al suo posto, ma anche nel bisogno di impegnarci sempre affinchè quel sole, per quanto dipenda da noi, resti sempre lì al suo posto, in cielo, e noi impariamo sempre di più a contemplarlo.
Per questo mi piace chiudere con un sincero ringraziamento ai giovani dell’associazione Bangherang e a COOP Reno che ha creduto in loro e li ha sostenuti finanziando interamente la loro idea di realizzare un documentario che avesse l’obiettivo di guardare il terremoto attraverso gli occhi dei giovani che dieci anni fa erano bambini. Quel video, che se non avete ancora visto vi consiglio vivamente, credo che sia per noi un grande regalo perché ci aiuta ad avere lo sguardo e l’orizzonte giusto: quello di coloro che hanno visto il sole crollare e poi essere rimesso al suo posto, e che ci insegnano ogni giorno come dobbiamo custodire e rendere la nostra comunità un luogo bellissimo da cui guardare quel sole splendere.