25 Apr Buon 25 Aprile!
Care Pievesi e cari Pievesi,
80 anni fa l’Italia veniva liberata dall’occupazione Nazi-Fascista.
Dopo venti anni di dittatura, dopo aver vissuto in un Paese devastato dalle violenze e soprusi dello squadrismo nero, in un Paese dove il Fascismo era giunto al potere dopo atti di violenza e fiumi di sangue fra cui quello versato da Giacomo Matteotti. Dopo aver vissuto in un Paese dove veniva sistematicamente applicata la censura e tante altre forme di privazione della libertà. Dopo aver visto il nostro popolo italiano macchiato dell’orrenda recrudescenza fascista con cui vennero condotte in africa le guerre coloniali: veri e propri massacri razzisti del popolo africano. Dopo aver vissuto in un Paese dove si giunse alla bestialità delle leggi razziali.
Dopo aver visto il “grande” Duce far entrare in guerra l’Italia a fianco del Fuhrer e a fianco dei gerarchi nazisti, rendendosi corresponsabile e collaboratore del disumano sterminio di milioni di ebrei.
Dopo aver visto migliaia di soldati italiani mandati a morire nella campagna di Russia solo per bieche ragioni di convenienza politica.
Dopo aver visto un Esercito allo sbando dopo l’armistizio dell’8 settembre ‘43 e aver visto deportare nei campi di concentramento nazisti quegli oltre 600.000 soldati italiani che si rifiutarono di continuare a combattere per il Fascismo, dopo NON aver mai più visto rientrare a casa tanti di quei soldati. A tal proposito fatemi ringraziare pubblicamente Fabrizio Tosi e ANED per lo straordinario lavoro di ricerca e di memoria sulla vita di quei soldati, ed in particolare per il lavoro che Fabrizio sta realizzando anche sugli Internati Militari pievesi.
80 anni fa l’Italia veniva liberata dall’occupazione Nazi-Fascista.
Dopo aver vissuto in un Paese dilaniato e lacerato da 1 anno e mezzo di feroce guerra civile: da una parte gli italiani che scelsero di resistere e di combattere per la libertà, dall’altra gli italiani che invece scelsero di continuare ad essere fascisti. Una guerra civile combattuta sui monti come qui in pianura, dove in risposta alle azioni della Lotta di Liberazione da parte di un Paese occupato, i nazisti, con la collaborazione dei fascisti, rispondevano con rastrellamenti, fucilazioni, saccheggi, torture. Questo mentre gli Alleati avanzano da sud a nord d’Italia ma, nell’avanzare, bombardavano l’Italia ancora occupata dai Nazifascisti.
80 anni fa l’Italia veniva Liberata da tutto questo Male e da tutto questo orrore.
80 anni fa si iniziò, grazie a quei grandi uomini e donne che fecero la Resistenza, a gettare le basi su cui ri-costruire un Paese e un popolo. Da quella lotta di Resistenza, da quegli eroici uomini e donne, dalle loro menti illuminate e visionarie, dal loro coraggio e dalla loro luminosa idea di Politica, nacquero la nostra Costituzione, la nostra Repubblica, la nostra Democrazia.
Certamente e giustamente siamo chiamati a vivere questi giorni con uno spirito di sincero raccoglimento umano e doveroso lutto istituzionale per rispetto della morte di Papa Francesco, ma lo dico forte e chiaro da questa Piazza: non può esserci sobrietà nel grido di gioia di un popolo che festeggia l’80° anniversario della propria Liberazione da venta’anni di dittatura e dall’occupazione Nazi-Fascista.
Lo dico e sono certo che a questo grido di gioia si sarebbe unito, senza esitazione, anche lo stesso Francesco.
La grandezza e il valore più grandi della Lotta di Resistenza e di tutto ciò che sulle sue basi è stato costruito negli anni successivi, forse risiedono nel fatto che quella Lotta, nonostante la guerra civile in corso, aveva l’obiettivo di restituire la Libertà a TUTTI gli italiani. TUTTI.
E per questo la Festa di oggi, la Festa del 25 aprile, è e deve essere la Festa di TUTTI gli Italiani.
Purtroppo sappiamo che ancora oggi, a distanza di 80 anni, non è del tutto così. Ancora oggi il 25 aprile divide e fa rivivere le ferite lasciate da quella guerra fratricida, le ferite inferte dalle indicibili violenze, uccisioni e soprusi avvenute prima e durante la guerra e le violenze e uccisioni avvenute nell’immediato dopo guerra. Mai nessuno potrà curare le ferite lasciate nella storia personale di tutte quelle famiglie. I silenzi da un lato e le ciniche strumentalizzazioni politiche dall’altro hanno anzi messo sale su quelle ferite, e hanno lasciato spazio a coloro che, ancora oggi, facendo odiosamente leva su quelle ferite, vogliono confondere o peggio ancora riscrivere la Storia, mettendo sullo stesso piano le violenze e le uccisioni del dopoguerra, soprattutto qui in Emilia-Romagna e anche qui a Pieve di Cento, a tutto ciò che di complicato e terribile avveniva ancora in quei giorni ed era avvenuto nei 20 anni precedenti.
Ma la Storia ci consegna indiscutibilmente una verità: ovvero che ci fu una parte del popolo italiano che decise di resistere e di combattere contro la dittatura fascista per liberare TUTTO il popolo italiano dalla dittatura, prima, e dall’occupazione nazifascista dopo. Quegli italiani pagarono a carissimo prezzo la loro scelta, molti di loro persero la propria vita, molti di loro persero la vita dei propri cari.
Poi ci furono italiani che ingiustamente, a guerra finita, persero la vita a causa di violenze avvenute da parte di azioni di vendetta e giustizia sommaria. Sì, anche questo è avvenuto, con tutto ciò che ne seguì da un punto di vista giudiziario e legislativo e che ruotò attorno dall’Amnistia Togliatti del 22 giugno del 1946.
Alle famiglie di quelle persone deve essere rivolto il nostro cordoglio e pietà umana, quelle famiglie mai potranno essere felici al ricordo di quei giorni. Mai forse potranno perdonare i responsabili di quelle uccisioni. Ormai sapete che nel mio essere Sindaco di tutti i Pievesi sento di avere il dovere umano, morale e istituzionale di accompagnare tutta la nostra Comunità in un percorso di pacificazione che possa condurci a vivere tutti insieme il 25 aprile come un giorno di Festa, proteggendo tutte quelle famiglie che subirono violenze e soprusi prima, durante e dopo la guerra civile, da quelle mani che ancora oggi spargono sale sulle loro e quindi nostre ferite.
Ma ho sempre avuto ben chiaro che tale percorso va condotto nella lucida e forte consapevolezza che a noi oggi viene consegnata la Storia con la S maiuscola, e il nostro dovere è quello di fare memoria di quella Storia e spiegare a tutti gli Italiani che oggi dobbiamo Festeggiare la fine di un incubo e dobbiamo ringraziare chi con la propria vita lottò e contribuì alla fine di quell’incubo in cui era piombato il nostro popolo.
In questo periodo così buio della storia dell’umanità, questa Festa deve poi essere celebrata con ancora più forza e ancora più fermezza, rivolgendoci con particolare attenzione alle giovani generazioni. Perché il senso del festeggiare la Liberazione dell’Italia dall’orrore del Nazifascismo sta da un lato nel tenere per sempre vivo il sentimento di gratitudine verso chi ci consegnò la Libertà, ma sta anche nel costituire una difesa dalle nuove forme di nazionalismo, sopruso, razzismo e dittatura in cui purtroppo il mondo è immerso e esserci di aiuto a non farci trascinare mai più in quell’orrore dai cui 80 anni fa siamo stati liberati.
Viva l’Italia libera,
Viva l’antifascismo,
Viva la Resistenza,
ora e sempre!