Si parte!

Finalmente sono davanti a voi a dirvi, guardandovi negli occhi, che mi ricandido ad essere per altri 5 anni il vostro Sindaco. Il Sindaco del mio paese.
Lo faccio con la stessa emozione di 5 anni fa. Forse, per certi versi, anche di più, perché mi porto sulle spalle e nel cuore quello che significa fare ed essere il Sindaco del mio paese.
Ma se lo posso fare, se mi ricandido, è perchè non sono da solo a farlo.
Mi ricandido innanzitutto solo perché ho l’appoggio, la stima e la condivisione da parte della mia famiglia.

Poi mi ricandido perché ho il sostegno della lista civica dei Democratici per Pieve.
Quindi ho l’appoggio di quelle forze politiche che ne fanno parte. Quelle che oggi in maniera formale hanno una loro rappresentanza attiva qui a Pieve sono il Partito Democratico e la Sinistra Italiana.
Ma se mi sostiene la Lista Civica dei Democratici per Pieve significa che ho l’appoggio e il sostegno di tutte quelle persone che, pur senza appartenere ad un Partito, credono in quella che non è solo una lista ma è un progetto politico.

Mi ricandido forte dell’appoggio delle persone che mi hanno sostenuto in questi 5 anni a fianco delle quali ho lavorato e con cui abbiamo condiviso quello che mi piace definire: un viaggio.
Mi ricandido insieme a loro, sostenuti dalla forza che ci dà ciò che siamo riusciti a realizzare in questi anni, i traguardi e le tappe raggiunte in questo viaggio.

Questa sera ho pensato che non avesse senso tediarvi con parole, ma che fosse più bello lasciarci aiutare da delle immagini (presentazione – ndr) per ripercorrere quello che in questi anni ha vissuto la nostra comunità.
Penso peraltro che sia sufficiente e al tempo stesso molto utile sfogliare questo album anche per ricordare alcuni momenti importanti per le nostre vite di cittadini, prima che per l’attività amministrativa. Viviamo infatti in un’epoca così tanto frenetica che è molto facile dimenticare. Penso in particolare a quello che in questi 5 anni è accaduto all’intera comunità umana ovvero alla Pandemia e a come questa abbia travolto anche Pieve, a come l’abbiamo vissuta e gestita. Ma penso anche a momenti belli e importantissimi, vissuti in questi 5 anni, come ad esempio la ventennale del Crocifisso, il decennale del sisma.

Poi ci sono state quelle piccole e grandi opere che hanno segnato il nostro cammino, con cui abbiamo fatto del nostro meglio per mantenere le promesse fatte 5 anni fa. Fra le tante che state vedendo alle mie spalle ricordo ovviamente l’inaugurazione de Le Scuole, oppure l’ampliamento del Cimitero, oppure la riapertura della passarella sul Ponte Vecchio, oppure l’Emporio Solidale… ma è impossibile ricordarle e citarle tutte in una sera. Anche perché tante di queste non siamo nemmeno riusciti a farle entrare nella presentazione. Inoltre tante sono state silenziose, perché sono state quelle opere con cui abbiamo cercato di tradurre l’idea di cura che abbiamo sia del patrimonio materiale, le nostre ricchezze e il nostro bene pubblico, che il patrimonio immateriale, il patrimonio fatto di carne, ossa, animo, fatto delle persone che compongono la nostra comunità.

E’ la visione d’insieme di tutte queste opere e di questa idea e azione di cura che mi dà la forza per propormi davanti a voi e davanti alla mia comunità rendendomi disponibile a guidare il proseguimento di questo viaggio.
E insieme a questa visione d’insieme, insieme al sostegno che ho ricevuto e che sento forte, c’è un altro elemento che mi dà la forza per presentarmi a voi:
si tratta di una grande e semplice consapevolezza, anzi forse l’unica grande certezza che ho e di cui sono al tempo stesso grato e fiero: quella che in questi 5 anni ci sono stato.
Sono stato in mezzo a voi e di fianco a voi. Ci sono stato nei momenti felici e in quelli tristi per la nostra comunità, ad esempi in quei tanti, troppi funerali che abbiamo vissuto insieme durante questi anni: ogni volta sentivo che dovevo esserci, anzi volevo esserci.
Ho cercato di esserci ogni volta che venivo invitato. Non mi sono sottratto ai problemi, come era mio dovere fare, come si dice: “ci ho sempre messo la faccia”.
Alcuni amici mi dicono che mi faccio vedere poco al bar… probabilmente è vero, perché troppo spesso mi sento quasi rapito dalle tante cose da fare. Beh, posso rispondere a questi miei amici e a tutti di voi dicendo due cose:
la prima è che posso assicurare che, quando c’è da bere in compagnia…non mi tiro indietro  !
Ma a parte gli scherzi, posso assicurare che è vero: dovrei farmi vedere di più in giro e non fiondarmi con la mia bici in Comune, ma sono appunto certo che la mia presenza non è mancata e mai mancherà nella vita della mia comunità.

Ora finalmente e ufficialmente mi candido a proseguire questo viaggio.
Nei prossimi due mesi e mezzo cercheremo di vivere un percorso insieme a voi, che ci accompagnerà verso l’8 e 9 di giugno. Sarà un percorso durante il quale vorremmo vivere alcuni momenti di ascolto, di approfondimento ma anche di semplice e piacevole condivisione. Arriveremo così a presentarvi il nostro programma per i prossimi 5 anni, ma possiamo già dire che l’ingrediente più importante del programma sarà la continuità rispetto a questi nostri primi 5 anni. Continuità che si tradurrà nel portare a compimento alcuni grandi progetti per i quali in questi anni abbiamo costruito e stiamo costruendo le basi, come ad esempio: la Chiesa degli Scolopi, gli Orti di Comunità e la delocalizzazione e poi rigenerazione della SLUM Campanini.
Ma il nostro programma si tradurrà, forse soprattutto, nel portare avanti un’idea o meglio un Manifesto di quello che pensiamo debba essere lo spirito, l’ideale e la guida di chi come noi si propone di amministrare Pieve di Cento.

Come dicevo all’inizio non sono solo. Alcuni di coloro che hanno fatto parte della mia squadra hanno accettato di rimanere e proseguire insieme a me questo viaggio. E’ proprio grazie ai volti e alle voci di alcuni di loro che voglio leggere insieme a voi il nostro Manifesto!

Ecco, questo è il Manifesto che però, perché trovi senso e perché prenda vita, deve essere condiviso e sottoscritto non solo da noi ma da tutti coloro che fra i Pievesi si riconoscono in quella che, in fondo, mi piace definire un’ idea di Comunità.